Il solito brutto pasticcio all'italiana che rischia di favorire le grandi imprese e creare un danno (anche economico) ai cittadini italiani che tanto sono abituati a subire e, troppo spesso, a pagare.
A gennaio il 4G (LTE) sarà attivato. Userà le stesse frequenze a 800 Mhz (ex canali 61-69) del digitale terrestre. Ciò provocherà molto probabilmente interferenze con le tv che, nel peggiore dei casi, potrebbero essere oscurate del tutto. Rimane il fatto che il 4G è una benedizione per chi non ne può più di un servizio mobile lento e deprimente.
Il rimedio - anche se non sempre funziona - c'è: installare dei filtri sulle antenne.
Il punto è uno: chi paga? Le aziende che diffondono il segnale 4G oppure al solito gli inermi e inconsapevoli cittadini. Al momento - ed è per questo che Adiconsu, ha lanciato l'allarme - dovranno essere i cittadini a cacciare il vile denaro per l'acquisto del filtro e per pagare l'antennista.
"L’accensione della LTE – dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – è un passaggio strategico per il nostro Paese, ma deve avvenire nel pieno rispetto e nella salvaguardia dei diritti del consumatore-utente televisivo. Ormai è emergenza. Se non verranno risolti i problemi delle interferenze tra frequenze a 800 MHz (ex canali 61-69, ora assegnati ai servizi di banda larga mobile) e TV, infatti, - prosegue Giordano - l’accensione provocherà problemi alla ricezione dei canali televisivi trasmessi in digitale terrestre, con il conseguente oscuramento tv, per risolvere il quale, in assenza di precise regole che pongano i costi a carico delle aziende di tlc, le famiglie saranno costrette ancora una volta ad affrontare spese per acquistare i filtri anti interferenze per le proprie antenne, nonostante i tanti costi già sostenuti per il passaggio alla tv digitale".
Il problema è un vuoto normativo: nella legge, infatti, non è stato indicato chi deve sostenere i costi per i filtri. E così gli operatori delle Telecomunicazioni fanno spallucce e lasciano che i costi siano a carico dei cittadini. Ancora una volta.
In Francia e Regno Unito i costi sono stati sostenuti dagli operatori delle Telecomunicazioni. Non si capisce perché in Italia i costi debbano essere a carico dei cittadini. Il problema più grave è un altro: in certi casi neanche i filtri risultano utili.
Ci si domanda, dunque, se non era il caso - considerato il breve lasso di tempo tra passaggio a digitale terrestre e attivazione del 4G -, di prevedere tutto prima.
Programmare e avere visione del futuro, purtroppo, non è una virtù italiana.
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